Training per la Mente

La mente è uno strano strumento; la identifichiamo con noi stessi (cogito ergo sum), ma si tratta di un grave errore di valutazione.

Chiunque sia abbastanza avanzato nella pratica della Meditazione e nell’indagine sui meccanismi della psiche, sa perfettamente che la mente e la nostra coscienza sono due cose diverse.

La mente è uno strumento, un software installato in un hardware molto complesso che collega – tramite il cervello fisico – gli aspetti più rarefatti del nostro essere a quelli più materiali, come i cinque sensi.

Come tutti gli strumenti e come tutti i software è possibile usarne solo le funzioni basilari, oppure studiarne le applicazioni più complesse, per sfruttarne ogni possibilità.

Questa seconda opportunità non fa parte di ciò che ci hanno insegnato e quando da adulti ci rendiamo conto che qualcosa non va, abbiamo ormai stabilizzato un certo modo di usare la mente e replichiamo sempre gli stessi schemi.

Quello che ci complica la vita più del dovuto è la mancata conoscenza della relazione mente-emozioni. Spesso confondiamo l’una con le altre (anche se non ci sembra di farlo).

Oltre a ciò, i pensieri sono costantemente influenzati dalle emozioni e le emozioni, a loro volta, sono influenzate da pensieri che non rappresentano il riflesso di una consapevolezza lucida e oggettiva (su fatti e persone).

La mente contiene un numero spropositato di dati. Il modo in cui essi sono combinati fra loro determina la nostra idea della realtà, di noi stessi, degli eventi, delle persone che conosciamo e della vita in genere. L’influenza che le emozioni hanno sulla mente determina la combinazione di questi dati.

Il modo in cui la mente è stata condizionata fin dalla giovane età, a sua volta, influenza la qualità percettiva del campo emozionale.

In altre parole è importante depurare la mente dai meccanismi automatici negativi acquisiti nel corso della vita (mantenendo gli aspetti positivi), imparare a pensare riducendo al minimo le influenze emotive e addestrarsi a usare un pensiero più libero e obbiettivo, per influire positivamente sulle emozioni negative incontrollate.

I seguenti esercizi, dedicati a un mese di pratica, non sono dei trucchi psicologici, ma un vero e proprio addestramento al controllo della mente.

È facile capire che un mese non può essere sufficiente per ottenere il governo di un meccanismo tanto complesso ma, se sono seguiti con serietà e continuità, permettono di toccare con mano quale enorme influenza hanno le abitudini meccaniche sulla nostra vita.

Un altro fenomeno che diventerà facile osservare è la difficoltà a mantenere fissa l’attenzione sugli aspetti trattati. La mente si perde e spesso, dopo soli trenta minuti (o dieci), non ricordiamo più quello che stavamo cercando di fare. Ogni settimana ha due esercizi specifici.

Ad ogni nuova settimana si deve abbandonare il lavoro precedente, per concentrarsi su quello nuovo.

Alla quarta, si cercherà di fondere assieme tutto il lavoro svolto nelle tre precedenti.

Prima settimana – controllo del facile giudizio

ESERCIZIO 1

Durante la giornata cerca di osservare cose e persone come se le vedessi per la prima volta, soprattutto gli ambienti e coloro che ritieni di conoscere già. Guarda i dettagli architettonici, gli oggetti e le persone con curiosità, come se scrutassi qualcosa di alieno. Sospendi la tendenza meccanica a esprimere un’opinione mentale su ciò che osservi. Guarda e basta, senza formulare considerazioni.

ESERCIZIO 2

Nel corso della giornata, rinuncia a creare mentalmente facili giudizi su situazioni e persone.
Prova a mettere in dubbio le convinzioni raggiunte su chi pensi di conoscere bene.
Osserva e indaga su possibili cause – diverse da quelle che avevi già identificato – che possano spiegare le tendenze e i comportamenti di chi stai osservando.
Metti in parallelo le attitudini e le tendenze di chi osservi con le tue, trovando delle similitudini.

Seconda settimana – combattere il pettegolezzo

ESERCIZIO 1

Non lasciarti trascinare da conoscenti e amici all’interno di pettegolezzi su persone e situazioni.
Se ti trovi in condizioni di questo genere, ascolta, osserva e, se è richiesta la tua opinione, parla solo di ciò che sai per diretta esperienza.
Sviluppa la capacità di osservare (in te e negli altri) l’abitudine a formulare opinioni e giudizi basati sul “nulla” o sul “sentito dire”.

ESERCIZIO 2

Osserva la comune tendenza a credere in ciò che si sente o si legge, quando è in linea con il proprio pensiero, le proprie paure o i propri desideri. Identifica questa tendenza in te e negli altri.
Televisione, riviste, giornali, social, sono aree che si basano quasi esclusivamente sull’abitudine a far proprio il pensiero altrui, o al bisogno di pettegolezzo. Filtra le informazioni provenienti dall’esterno e valuta attentamente se contengono solo vuote parole, o “dati di fatto” significativi o comprovabili.

Terza settimana – abitudine a mentire

ESERCIZIO 1

La menzogna ha radici profonde. Prima di tutto, dobbiamo cogliere questa tendenza al nostro interno.
Nel primo esercizio devi osservare quante volte mentiamo a noi stessi, cercando scusanti per quello che non riusciamo a fare, per promesse mancate, o quant’altro. L’incapacità di essere onesti con sé stessi rende sempre più deboli.
Questa autoanalisi è molto difficile e va presa seriamente, per avere risultati concreti.

ESERCIZIO 2

Cerca di ridurre la leggerezza nel parlare. Taci, piuttosto che parlare a vanvera.
Comunicando con gli altri, chiarisci quando esprimi una semplice opinione, quando riporti parole di altri, o quando enunci qualcosa di assodato, per conoscenza o esperienza diretta. Oltre a ciò, prova a essere più onesto (onesta) nell’esprimere il tuo pensiero, esercitando la nobile arte della gentilezza, enunciando una verità o un pensiero, col maggior tatto possibile, per non ferire e non generare barriere protettive in chi ti scolta.

Quarta settimana – prova ad applicare tutti questi punti nel corso della giornata

Questa è una prima fase di training sulla mente, composta da esercizi tanto semplici, quanto difficili.

È qualcosa che può fare chiunque, ma non si tratta di un lavoro da sottovalutare. Esistono livelli di profondità differenti nell’interpretare questo allenamento e nel comprenderlo in tutti i suoi aspetti.

Esercitandoti seriamente, otterrai nel tempo nuove comprensioni, fino ad accorgerti che la mente ha acquisito diverse e straordinarie capacità di analisi e possibilità percettive.

Un analogo lavoro deve essere compiuto per la sfera delle emozioni; ma, a questo, dedicheremo un altro spazio.

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