Qualche consiglio pratico per un momento difficile

Come trasformare questo momento difficile in un momento di crescita e di condivisione? Come possiamo sentirci uniti e sentirci parte di questa grande famiglia che chiamiamo umanità e in cui tutti siamo collegati, forti e vulnerabili al contempo? Come aiutare chi è più fragile fisicamente ed emotivamente? Si può fare qualcosa in più oltre a seguire le regole sanitarie che ci sono state consigliate?

Si! Si può fare, soprattutto mantenendo uno stato emotivo stabile e concentrato, e curando l’ecologia della mente, cioè mantenendo un tipo di pensiero positivo e oggettivo lontano da negatività e paura (non dobbiamo mai dimenticare che la paura e la promessa di piaceri sono i due maggiori strumenti di controllo esterno. Quando sono in corso eventi particolari o emergenze, la maggior parte delle persone è completamente assorbita da questi fenomeni e meno attenta a notare i cambiamenti messi in atto da chi trae un interesse economico da queste circostanze.

Essere sempre attenti e non lasciarsi spaventare è importante ma, non basta dirlo, per riuscirci.

Ciò che si può fare è alla portata di tutti: sia di chi da anni pratica yoga o meditazione, sia di chi proprio non conosce niente di queste discipline.
Si tratta di inserire alcune tecniche di “concentrazione”. Non uso la parola “meditazione” perché alcuni potrebbero fraintendere e non provarci nemmeno, magari ritenendola troppo difficile.
Che cosa serve?
SOLO NOI STESSI.
Ognuno di noi ha a disposizione 3 strumenti: sfera fisica, sfera emotiva e sfera mentale. Utilizzando saggiamente queste tre aree, possiamo ottenere risultati sorprendenti ed efficaci nell’immediato.
Più persone imparano a gestire queste tre sfere, più avremo effetti positivi nella nostra vita, sia sul piano personale, sia su quello sociale.
Ricordiamo che siamo tutti interconnessi. Se una persona riesce ad applicarsi in queste tecniche influenza positivamente gli altri, perfino chi non conosce.

Questo momento è particolarmente propizio per iniziare, perché:

  1. Siamo motivati da una condizione anomala.
  2. Molte delle nostre attività ordinarie sono rallentate.
  3. Molti sono a casa forzatamente.
  4. Abbiamo bisogno di mantenere stabili le emozioni e i pensieri.
  5. Possiamo aiutare direttamente e indirettamente chi ha più bisogno.
  6. Siamo consapevoli di essere tutti sulla stessa barca e molte convinzioni e sicurezze sono decisamente meno forti di prima.

Richiede sforzo applicare poche semplici tecniche nella nostra vita? Pochissimo, si tratta di inserire una nuova abitudine, che diventa poi un piacevole rituale, come la colazione al mattino.

Perché nomino proprio la colazione del mattino? Perché si parte proprio dal mattino, dal momento del risveglio. Momento fondamentale per dare “il giusto colore alla giornata”.

  1. Appena ci svegliamo, ancora nel letto, ascoltiamo il nostro corpo, diventiamo consapevoli del nostro umore; osserviamo se i nostri pensieri sono calmi o se la nostra mente è già affollata.
  2. Alzandoci, osserviamo con quale piede tocchiamo il pavimento e iniziamo a muoverci in modo consapevole, rendendoci conto che stiamo camminando (anche se per pochi passi).
  3. Seguiamo il nostro solito rituale, facendo tutto ciò cui siamo abituati quando ci alziamo, cercando però di essere attenti, molto attenti. Ad esempio, percepiamo l’acqua sulla pelle quando ci laviamo (una forma di attenzione che non abbiamo mai, sempre distratti dai pensieri e dagli impegni che ci attendono).
  4. Facciamo colazione in modo consapevole. Mastichiamo con calma. Percepiamo i sapori. Muoviamoci con attenzione. Sono forme semplici di concentrazione che però hanno un effetto potente sul cervello e influiscono sia sullo stato emotivo, sia sulla lucidità mentale.

Questi sono solo esempi su come mantenere una condizione di attenzione e sensibilità (che possiamo chiamare consapevolezza). È un aiuto per costruire e mantenere un centro stabile, indispensabile per non cadere negli stati di ansia e preoccupazione.

Come potete immaginare, non è possibile riassumere un percorso di consapevolezza in 10 minuti, come non è possibile imparare a suonare uno strumento in 10 minuti. Lo sviluppo della conoscenza di se stessi è molto più complesso, ma in tutto c’è un inizio e questo può essere il vostro inizio.

Adesso veniamo alla tecnica di “concentrazione/meditazione” che potete fare dopo colazione o anche prima, appena svegli, o prima che si sveglino i bambini (se ne avete), visto che non stanno andando a scuola e richiederanno tutta la vostra attenzione. Questa tecnica sarebbe da ripetere almeno 2 volte al giorno, quando siete tranquilli. Sicuramente all’inizio e alla fine della giornata, e se si riesce anche nel tardo pomeriggio.

15 minuti ogni volta (una durata inferiore è meno efficace). Durante questo periodo cerchiamo di calmare il flusso dei pensieri. E’ importante realizzare che la nostra ansietà e confusione nascono dal tipo di pensieri che abbiamo nella mente, spesso nutriti da informazioni altrettanto confuse e contraddittorie, e da notizie approssimative, dalle quali non riusciamo a sottrarci.

Cosa dobbiamo fare in questi 15 minuti?

Scegliete una zona della casa silenziosa e in penombra; potete anche usare una musica (ma deve essere rilassante ed armonica, altrimenti è meglio il silenzio).

  1. Sedetevi in una posizione comoda con la schiena eretta. Potete sedervi su un cuscino a gambe incrociate oppure su una classica sedia ricordatevi che la schiena eretta è importante.
  2. Cercate di rimanere immobili per tutto il tempo che dedicate a questo momento. Evitate movimenti meccanici di qualsiasi tipo (come grattarsi la fronte). Chiudete gli occhi.
  3. Rendete la respirazione più calma e profonda, rispetto a come siete normalmente abituati. Per calmarsi è bastante osservare il respiro naturale; la fase dell’inspiro e dell’espiro, come se fossimo in riva al mare e osservassimo l’onda che viene e l’onda che va.
  4. Usate l’immobilità del corpo e il calmo ritmo del respiro come punti di attenzione per non volare via con i pensieri. Considerate l’immobilità del corpo e l’ascolto del respiro come delle radici che vi tengono saldamente ancorate alla vostra esperienza di concentrazione.
  5. Mettete il timer di 15 minuti così non continuerete a guardare l’orologio.

Alla fine scrivete su un foglio come vi sentite; esperienza dopo esperienza, create un diario che parli del vostro stato emotivo e delle sensazioni che provate.

Non pensate a una pratica, a una tecnica, a uno sforzo, ma piuttosto a un’esperienza piacevole, una pausa di relax rigenerante, (anziché stare seduti passivamente sul divano davanti alla televisione).

Per chi non conosce il nostro libro “7 punti per vivere meglio” riporto alcuni passaggi che parlano ancora della concentrazione e di come in questo momento possa essere fondamentale.

“Cerca ogni giorno uno spazio di silenzio e immobilità. Dalla meditazione sorge la calma che rende lucida la mente ed equilibrate le tue emozioni. Essere sempre immersi nel tritacarne del “fare” non permette di capire cosa fare e come farlo”.

“Lo stress continuativo può uccidere; lo fa nel vero senso della parola e non per modo di dire. Accorciare la vita è solo il sintomo più evidente di un fenomeno che c’impoverisce dentro. L’aspetto più preoccupante riguarda l’impossibilità di vivere serenamente.

Vivere! Cosa significa realmente vivere? La vita è percezione. Se tutti i sensi fossero annullati non potremmo percepire il mondo e non vi sarebbe alcun contatto esterno, tale da permettere di definirci “vivi”. La ricchezza interiore e l’intensità della nostra vita – e le conoscenze e la saggezza acquisibili – non dipendono solo dal tempo materiale, ma principalmente da quello coscienziale, che equivale alla consapevolezza tramite cui ci accorgiamo di ciò che ci circonda, assimilando dal mondo il maggior numero possibile di dati e sensazioni (comprendendoli).

Più siamo desti, attenti e consapevoli, più siamo consapevoli di ciò che i sensi percepiscono. Più siamo desti, attenti e consapevoli, più la nostra mente è in grado di capire e metabolizzare ciò che registra. Ogni situazione. Qualsiasi avvenimento. Con lucidità e chiarezza”.

Meditazione.

Ormai si tratta di una parola comune, anche se ultimamente sono state coniate diverse terminologie per indicare la stessa cosa (a mero scopo di marketing).

Non vogliamo toccare gli aspetti più profondi di questa tematica, ma suggerire una “profilassi del benessere” che di fatto rappresenta l’arma più potente per gestire le situazioni di maggiore stress.

Così come il corpo ha bisogno di riposo, anche la mente ne abbisogna; forse, ancor più. Il riposo della mente, però, è poco compreso. Non si tratta di decongestionare un organo (il cervello), ma di attivare una funzione della coscienza: la consapevolezza.

Senza consapevolezza siamo solo automi. Un computer è immensamente più efficiente e veloce di noi nel fare calcoli e stabilire connessioni. Però, ha il piccolo difetto di essere “stupido”. Senza consapevolezza siamo stupidi.

Cosa significa essere consapevoli? Sostanzialmente vuol dire accorgersi di ciò che accade dentro e fuori di noi. Questo è il primo stadio.

Il secondo stadio implica la capacità di capire le relazioni esistenti – interne ed esterne – tra i vari fenomeni che osserviamo. Il terzo stadio è rappresentato da un sempre maggiore allargamento di questa consapevolezza. Un mese fa eravamo consapevoli di casa nostra, oggi anche della via in cui abitiamo e domani dell’intera città”.

“In pratica dobbiamo trovare un momento di silenzio, di almeno 15 minuti, nel quale spegniamo il telefono e ci isoliamo dal mondo. In quella situazione, che dedichiamo solo a noi stessi (e ognuno si merita un momento simile), cerchiamo di calmare il flusso dei pensieri.

Esistono pochi accorgimenti che possono aiutare:

  1. Sedersi in una posizione comoda con la schiena eretta.
  2. Cercare di rimanere immobili per tutto il tempo che dedichiamo a questo momento.
  3. Rendere la respirazione più calma e profonda, rispetto a come siamo normalmente abituati.
  4. Usare l’immobilità del corpo e il respiro come punti di attenzione per non volare via con i pensieri.

Dire che questa sia Meditazione ovviamente è poco realistico. Per imparare davvero a meditare occorre un insegnamento; ma, senza dubbio, iniziare in questo modo può dare risultati importanti sotto il profilo psicologico e psicofisico. Facendolo, ognuno potrà stabilire se cercare un insegnante per approfondire”.

Soprattutto, è qualcosa che può essere di aiuto in questo momento molto particolare.

Il file audio riproduce una delle interviste radiofoniche fatte ultimamente ad Andrea Di Terlizzi, in questo caso da Radio Lombardia, il 3 marzo 2020 e riguarda proprio i temi di cui sopra, in relazione al momento che stiamo vivendo.

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