Avevo solo 25 anni, una fresca laurea in economia, un lavoro sicuro nella fiorente azienda di famiglia, una fiammante Ferrari rossa in garage e una bellissima fidanzata, della quale ero follemente innamorato. Avevo tutto ciò che un giovane uomo può desiderare e anche di più, una vita agiata e spensierata.
Un giorno, mentre ero in ufficio, ricevetti una telefonata di mia sorella: papà aveva avuto un infarto, era piuttosto grave, lo stavano portando in terapia intensiva.
La naturale ambizione di ogni vero imprenditore di mantenersi al vertice, crescere e migliorarsi, ha spesso come effetto collaterale lo stress, che giorno dopo giorno si carica sul corpo fino a quando quel peso diventa insopportabile.
Mentre percorrevo la breve strada che separava l’azienda dalla nostra casa per correre ad abbracciare mia madre, sentii il gelido brivido della paura insinuarsi e il presentimento che la mia vita sarebbe profondamente cambiata. Quel presentimento si trasformò presto in una dura realtà.
Mio padre si riprese e oggi è uno splendido novantenne, ma una serie di eventi successivi al suo infarto fecero sì che sul piccolo impero che aveva costruito dal nulla in tanti anni di duro lavoro, si scatenasse una sorta di tempesta perfetta, che spazzò via tutto in pochi mesi. Le aziende del gruppo, tutte collegate fra loro, crollavano una dopo l’altra, come le tessere di un domino.
Crollava mio padre, che nel lavoro aveva messo tutto se stesso facendone una ragione di vita e trascurando quasi tutto il resto; e crollavano anche tutte le mie sicurezze.
Non avevo più denaro da spendere senza limiti, non avevo più un lavoro certo per il futuro e non avevo più il padre che conoscevo.
Il leone forte e coraggioso che aveva conquistato il successo imprenditoriale, indebolito fisicamente e psicologicamente, si era trasformato in un uomo insicuro e impaurito, incapace di far fronte al disastro incombente. Mio fratello, mia sorella ed io, giovani e impreparati, fummo costretti a gestire la crisi cercando di salvare il salvabile.
Come se non bastasse, dopo qualche mese, la mia fidanzata (devo riconoscere con grande onestà e coraggio, senza farsi influenzare dai miei problemi personali) decise di interrompere la nostra relazione, provocandomi una terribile sofferenza che si unì alla drammatica situazione lavorativa. Nel corso degli anni successivi quella ragazza divenne una delle mie migliori amiche, ma il dolore che provai quando mi lasciò fu talmente forte da spingermi a desiderare di morire.
In quella fase della mia esistenza realizzai sulla pelle che effettivamente nella vita non ci sono certezze; anche ciò che appare solido e incrollabile, può sgretolarsi all’improvviso. Nonostante tutto, però, eccomi qui; alla fine si sopravvive.
Suppongo che molte persone in questi giorni stiano vivendo qualcosa di simile, sospese tra un futuro incerto e la perdita di ogni sicurezza nel presente, incredule che stia capitando davvero a loro.
Non sono gli eventi in sé a determinare il nostro futuro ma il modo in cui noi reagiamo a quegli stessi eventi. Quello che capitò molti anni fa mi permise di capire alcune cose fondamentali che orientarono la mia vita negli anni successivi.
VALORI
Cosa conta veramente nella nostra vita? Non nella vita in generale, ma propria nella NOSTRA. Cosa ci manca maggiormente, ora che siamo chiusi in casa? Qualcuno potrebbe pure scoprire che gli manca la coda in tangenziale (spero di no per lui), ma se anche fosse dovrebbe prenderne atto con la massima sincerità. Io per esempio compresi che tutto il denaro che non avevo più e nemmeno tutto il denaro del mondo avrebbe potuto restituirmi l’amore della mia ragazza e se avessi dovuto scegliere fra i due non avrei avuto dubbi. Si dice che i soldi non diano la felicità, anche se per la verità nemmeno la mancanza la garantisce. Resta il fatto, però, che negli anni a venire compresi che il denaro è semplicemente un mezzo per fare esperienze materiali; ti dà maggiori possibilità di muoverti nella vita ma alla fine è in grado solamente di comprare delle belle emozioni. Il desiderio bruciante per una donna che si tramuta in adorazione e gioia infinita per averla lì, al tuo fianco, o il calore di una serata trascorsa in compagnia di amici veri, non si possono comprare; tutto ciò che conta veramente nella vita, non è in vendita.
REINVENTARSI IL FUTURO
Quando non si ha più nulla da perdere può paradossalmente succedere che subentri una sorta di rilassamento che ci regala la possibilità di osservare gli accadimenti con più lucidità e di pensare con più libertà. Ho la consapevolezza che mentre sto scrivendo molte persone stanno soffrendo in ospedale e altre sono terrorizzate di non riuscire a sfamare la propria famiglia.
A queste bisogna dare una risposta concreta, subito, trovando le necessarie risorse in qualunque modo! Ma per tutti gli altri che non hanno gravi problemi contingenti, questa situazione può rappresentare una svolta.
Immaginiamo che le condizioni macroeconomiche dovessero magicamente cambiare e si desse vita a un nuovo modello economico e a una società più armonica e sostenibile, che siano al servizio dell’Uomo e gli restituiscano la perduta dignità. Allora si aprirebbe per molti la possibilità di ripartire da zero e potersi reinventare un lavoro, trovando il coraggio di abbandonare il vecchio alla ricerca di qualcosa di più affine e gratificante, quel coraggio che è sempre mancato a causa della paura del giudizio degli altri, della propria inerzia, dei sensi di colpa e anche, naturalmente, per via della scarsità di offerte alternative e dignitose.
Utopia?
Può essere, ma perché dobbiamo sempre aspettarci il peggio? Per costruire un futuro più luminoso bisogna prima sognarlo, desiderarlo e chiederlo. Certo, è necessario che più individui cambino la propria testa e aprano il loro cuore per trovare altri paradigmi e differenti soluzioni in tutti i campi. Il più grande errore sarebbe quello di affrontare un nuovo problema con vecchie ricette, non potrebbe funzionare.
“Maggiore è il numero di coloro che si aprono interiormente a un vero cambiamento spirituale, più rapido diventa il passaggio per tutti gli altri. Questo fenomeno non richiede alcuna azione particolare, perché ogni pensiero, ogni parola, ogni emozione, si diffonde ovunque per effetto dell’unità che interconnette tutte le vite.”
Tratto da “Futuro Proximo” Di Terlizzi – Spotti
NOI STESSI
Le variabili, incontrollabili nella nostra esistenza, sono infinite e in qualunque momento possono generare l’irreparabile, al di là della nostra volontà. Ne esiste solamente una di variabile che possiamo controllare: NOI STESSI.
C’è un simpatico post che circola in questi giorni che raffigura il disegno di una persona seduta in meditazione con una scritta in inglese che recita: “if you can’t go outside, go inside”, “se non puoi andare fuori, vai all’interno”.
La grande quantità di tempo che abbiamo guadagnato, unita alla necessità di stare quotidianamente a tu per tu con quello sconosciuto che chiamiamo “io”, e con altri alieni che chiamiamo moglie, figlio, mamma… ci apre una possibilità unica, quella di conoscerci, osservarci, ascoltarci e porci alcune eterne e fondamentali domande.
Per esempio queste: è giusto vivere solo per lavorare? Da cosa deriva questa inquietudine che sempre mi accompagna? Perché ogni esperienza che faccio, per quanto gratificante, è sempre mancante di qualcosa? Esiste solo ciò che vedo, sento, tocco o… c’è altro?
La sofferenza insopportabile che provai in quel lontano periodo della mia vita mi spinse alla ricerca delle cause; volevo risposte, mi chiedevo continuamente perché, perché, perché… volevo la Verità! La cercai inizialmente nella psicologia, poi nella religione, come vuole la consuetudine. Ma ottenevo solo qualcosa di preconfezionato, stantio e insoddisfacente. Intuivo che la risposta era metafisica, spirituale e, dopo qualche anno, ebbi la fortuna di incontrare una Via che non ho mai più abbandonato.
Da allora non ho mai smesso di cercare. “Qualcosa” ho trovato e mi ha dato la spinta per continuare e continuare ancora, in attesa di arrivare al giorno in cui vi sarà “ricerca senza volontà di trovare”, sapendo che quel giorno potrebbe essere oggi.
“La Meditazione è astensione, ricettività non passiva, vigile acume, calma placida e vibrante. È la fusione degli estremi in ciò che li trascende. In essa vi è ricerca, senza volontà di trovare. Apertura all’Oltre, nell’immersione in sé stessi. Essa è richiesta, priva del bisogno di ricevere. Attesa vibrante, nel non aspettarsi nulla.”
Tratto da “La Vera Matrix” Di Terlizzi – Spotti